Caritas Prrocchiale

La Caritas parrocchiale è l’organismo pastorale istituito per animare la parrocchia, con l’obiettivo di aiutare tutti a vivere la testimonianza, non solo come fatto privato, ma come esperienza comunitaria, costitutiva della Chiesa. L’idea stessa di Caritas parrocchiale esige, pertanto, una parrocchia “comunità di fede, preghiera e amore”. Questo non significa che non può esserci Caritas dove non c’è “comunità”, ma si tratta piuttosto di investire, le poche o tante energie della Caritas parrocchiale nella costruzione della “comunità di fede, preghiera e amore”.

Cosa ci si aspetta dalla Caritas parrocchiale?

Ogni parrocchia, che è volto della Chiesa, concretizza la propria missione attorno

  1. all’annuncio della parola
  2. alla celebrazione della grazia
  3. alla testimonianza dell’amore

È esperienza comune che ci siano, in parrocchia, una o più persone che affiancano il parroco nella cura e nella realizzazione di queste tre dimensioni. Sono gli “operatori” pastorali, coloro che “fanno” (opera) concretamente qualcosa. Dopo il Concilio Vaticano II, la pastorale si arricchisce di una nuova figura: colui che “fa perché altri facciano”, o meglio, “fa, per mettere altri nelle condizioni di fare”. È “l’animatore pastorale”.
La Caritas parrocchiale, presieduta dal parroco, è costituita da figure di questo tipo: un gruppo di persone (ma nelle piccole comunità può trattarsi anche di una sola persona) che aiuta il parroco sul piano dell’animazione alla testimonianza della carità più che su quello operativo di servizio ai poveri. L’obiettivo principale è partire da fatti concreti – bisogni, risorse, emergenze – e realizzare percorsi educativi finalizzati al cambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e delle comunità/gruppi, in ambito ecclesiale e civile (animazione).

 

PARTICOLARE INIZIATIVA della nostra CARITAS

Recuperiamo il tuo olio esausto

[ Non recuperare olio vegetale esausto e far sì che arrivi a mescolarsi al liquido in uno specchio d’acqua significa creare disastro ambientale: un litro d’olio è in grado di formare una pellicola inquinante grande quanto un campo da calcio molto pericolosa perché va a ridurre l’ossigenazione. L’acqua diventa non più potabile, in questo caso, e sempre per un litro d’olio si parla di un milione di litri d’acqua. Pensiamo a quanta ne consumiamo in un giorno e quindi a quante persone togliamo acqua potabile.

Se l’olio esausto non recuperato viene disperso nel suolo, esso va a impedire alla flora di assumere le sostanze nutritive con conseguenze pessime su tutta la catena alimentare e sulla nostra salute.

Porta il tuo olio esausto in Parrocchia… quanto valorizzato per il suo recupero e riciclo, sarà utilissimo per aiuti alle famiglie bisognose!!!!

Comunicazioni
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